...Non solo, dunque , la virtù americana pre-sentava qualche macchia, non solo siamo rimasti

...L'America "se la caverà", sotto la stasi di coloro che hanno chiuso le menti al futuro c'è la sensazione diffusa che semplicemente non vi è alternativa, che la nostra epoca ha visto l'estinguersi non solamente delle Utopie, ma anche di nuove idee. La gente teme il pensiero che in qualunque momento la situazione possa sfuggire al controllo, teme il cambiamento in quanto tale che possa mandare in frantumi qualsiasi invisibile struttura che la separa dal caos. La maggior parte degli americani guarda le crociate con sospetto e timore e il fatto che ogni individuo veda apatia nei suoi simili perpetua la riluttanza comune a organizzarsi per ottenere un cambiamento. Le istituzioni dominanti sono da una parte abbastanza complesse da spazzare via dalla mente eventuali critiche, dall'altra munite di trincee e baluardi sufficienti a dissipare rapidamente o respingere del tutto le forze che protestano e chiedono riforme, riuscendo in tal modo a limitare le aspettative della gente. Inoltre, la nostra società è cresciuta dal punto di vista materiale, e questa crescita pare aver indebolito la possibilità di ulteriori cambiamenti.
Qualcuno vorrebbe farci credere che gli americani sono soddisfatti della loro prosperità, ma non sarebbe meglio dare uno sguardo al profondo disagio che provano quando pensano al loro ruolo nel nuovo mondo? E qualora tale disagio producesse indifferenza ai casi umani non sarebbe naturale anche uno struggente desiderio di credere che c'è un'alternativa al presente che qualcosa può essere fatto per cambiare la situazione della scuola,dei luoghi di lavoro, della burocrazia, del governo? Ed è a questo desiderio,allo stesso tempo scintilla e motore del cambiamento, che noi rivolgiamo il presente appello. La ricerca di alternative al presente che siano davvero democratiche e I'impegno a sperimentarle nel sociale sono un'impresa umana degna e appagante e stanno oggi alla base dell'azione nostra e, speriamo altrui. Con tali premesse consegniamo queste note sulle nostre convinzioni e analisi: esse rappresentano un tentativo faticoso di capire e

L'economia
...Viviamo nella celebrazione nazionale della prosperità, mentre migliaia di persone della "società affluente", compresi molti della nostra generazione restano inchiodati a una vita di povertà e privazioni. Sentiamo riferimenti disinvolti allo stato sociale, alla "libera impresa", alla "democrazia dell'azionista", mentre la voce più importante della spesa pubblica è rappresentata dalle spese militari e un 'ovvio oligopolio e altre forme di governo minoritario sfidano la concreta iniziativa individuale o il controllo del popolo. Anche il lavoro è spesso non gratificante e punitivo, visto come un mezzo per raggiungere una certa posizione o per pagare i conti, ma raramente come strumento per capire e avere il controllo su di sé e sugli eventi. Nel lavoro così come nel divertimento l'individuo è parte di un sistema, un consumatore bombardato da richieste più o meno pressanti di acquisto, bugie e appelli non del tutto veritieri alle sue più basse spinte. Gli si dice che è un uomo "libero" in quanto appartenente alla "libera impresa".
…La spinta a vendere genera incredibili sforzi pubblicitari; nel 1960, ad esempio, l'industria farmaceutica ha speso in promozioni più di 750 milioni di dollari, quasi il quadruplo dell'importo messo a disposizione delle scuole di medicina per i programmi educativi. Anche le arti sono in sostanza in balia dell'interesse commerciale che presentano i valori della estetica sono subordinati ai valori di scambio e gli scrittori imparano presto a considerare il mercato commerciale come piazza umanistica di idee. La tendenza alla sovrapproduzione di beni di consumo favorisce l'espandersi delle tecniche di "ricerca di mercato" al fine di creare nei consumatori pseudobisogni (impariamo a comperate cose "belle" indipendentemente dalla loro utilità) e introduce il concetto di "obsolescenza pianificata" quale caratteristica permanente delle strategie di mercato.
Mentre i bisogni sociali reali aumentano con la stessa rapidità dei profitti, risulta evidente quanto il Denaro sia un valore chiave americano al posto della dignità di carattere e il Profitto un'abitudine consolidata per determinare le priorità nell'allocazione delle risorse che andrebbero invece destinate a usi sociali.
...Il complesso militare-industriale Il frutto più clamoroso e importante del decisionismo economico americano autoritario e oligopolistico è l'istituzione chiamata dal l'ex presidente Eisenhower "complesso militare-industriale", quella potente convergenza di interessi tra le èlite militari ed economiche, che tanta importanza ha sullo sviluppo e sul destino di tutti noi. La nostra generazione non solo è la prima a convivere insieme alla eventualità di un cataclisma mondiale, ma è la prima anche a sperimentare una vera preparazione collettiva a tale tragedia, vale a dire la militarizzazione generale della società americana.
… L'intreccio tra la grande industria e il settore militare è evidente, se si considera che 1400 ex ufficiali lavorano per le 100 società che hanno ricevuto quasi tutti i 21 miliardi di dollari spesi dalla difesa nel 1961 per forniture. Il caso della General Dynamics è particolarmente significativo: questa società, che nel 1961 ha ottenuto i contratti di maggior entità, impiega la maggior parte degli ufficiali in pensione (187) ed è diretta da un ex alto ufficiale
